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L'esame di documenti e testimonianze è per Maria Rosa Fabbrini il punto di partenza per una narrazione in cui si resta coinvolti dall'inizio alla fine. Allo sguardo rigoroso dello storico si accompagna la partecipazione commossa di una donna alle vicende e al destino di un'altra donna; e già ce lo segnala il sottotitolo "La vita incompiuta di Silvia Pons". C'è del rimpianto nell'autrice, e nel lettore, per quanto Silvia avrebbe ancora potuto dare, ma si rimane affascinati dall'intensità con cui questa breve esistenza è stata vissuta. Gli anni giovanili nelle valli valdesi, le amicizie, la militanza nella Resistenza, l'attività politica, gli studi di medicina, la formazione di una famiglia, l'impegno sociale nello svolgimento della professione, e in particolare l'interesse per i problemi delle donne lavoratrici. E ancora la felice esperienza della scrittura e della poesia, gli amori, l'amore materno, i viaggi, l'avvicinamento ai nuovi orientamenti della psicologia. Ma anche le difficoltà economiche, le delusioni, le crisi, la stanchezza. Il libro presenta ampi brani dei diari e degli altri scritti di Silvia, una donna nelle parole dell'autrice - "che non ha potuto permettersi il cauto discernimento degli anni maturi sugli ardori giovanili, sui disincanti, sui ripetuti addii". Il volume è arricchito da una documentazione fotografica che presenta figure poco studiate appartenenti a quattro generazioni di famiglie valdesi. Presentazione di Marina Jarre.